mercoledì 27 luglio 2016

La patente

Da Bruxelles ad Amterdam la nostra compagna di viaggio è Anne. Anche lei ha un amore antico e coltivato per l'Italia, in cui ha trascorso tutte le sue estati da bambina, e per la nostra lingua, che si sforza di tradurre. Anche lei ha fatto a meno della macchina per buona parte della sua vita. Finché non ha deciso di prendere la patente. Come tutti i neofiti, e a differenza di chi si affida sans soucis alla guida altrui (non avendo sperimentato in prima persona i pericoli della strada), è attentissima alla segnaletica e alle variazioni di velocità. Come ogni belga, riesce a decifrare anche le scritte in neerlandese che rendono per me oscuri perfino i nomi di città che dovrei conoscere, almeno sulla carta: Antwerpn, Anversa.
In Belgio e nei Paesi Bassi le autostrade sono gratuite. Nessuna barriera. Neppure linguistica. Cambia il paesaggio, diversamente antropizzato (compaiono i mulini a vento). Cambia il cielo (il grande cielo olandese - come dice Anne). Anche l'impatto col paesaggio urbano è diverso. Entriamo gradualmente in sobborghi dalle lunghe teorie di case basse che corrono unitarie. Kastelenstraat è l'indirizzo che dobbiamo raggiungere. La casa di una famiglia come la nostra, ma più luminosa e ordinata (perché meno affollata di oggetti). Partiti in vacanza in direzione opposta. I bambini sono curiosi di scoprire le tracce della presenza di Elfie e di Pijke, sempre sorridenti nelle foto alle pareti che testimoniano la loro crescita (o invecchiamento, dipende dai punti di vista).
Un tram ci porta in mezz'ora nel centro di una città che non conosciamo, e che scopriamo perdendoci. Finché non decidiamo di concederci un giro per i canali, su una piccola chiatta silenziosa che ci porta lontano dai quartieri degli eccessi, alla scoperta di viste e particolari che animano i quadri di Rembrandt. Io, con quel che resta dei ricordi dell'esame per la patente nautica, provo a decifrare i segnali di navigazione, i messaggi scambiati via radio in prossimità dei ponti, i saluti di cortesia quando ci incrocia, anche se non ci si conosce (come nelle strade di Irlanda, quando ci si dà la precedenza).
Questa volta non riusciremo a visitare musei. Ma domani prenderemo una bicicletta e gireremo. Tra ponti che sovrastano le vie d'acqua e le strade carreggiate in cui le macchine avanzano in punta di ruota, quasi scusandosi della loro invadenza.
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento